Gosso Mario

Opere

La casa dei giochi
Incisone pittura su tavola / 70 x 70 cm / 2013

Madonna
Incisone pittura su tavola / 50 x 50 cm / 2013

Pesce d’aprile
Incisone pittura su tavola / 30 x 40 cm / 2013

Ortensie e scritture
Incisone pittura su tavola / 78 x 58 cm / 2012

La Venezia di Tom
Acrilico su tavola / 50 x 50 cm / 2011

La Cina Lontana
Acrilico ed olio su tavola e lamiera /100 x 100 cm / 2011

Nel gioco dell’accoglienza
Incisione e pittura su tavola
100 x 100 cm
2013

Gosso Mario

Mario Gosso è nato a Busca nel 1946 e si è diplomato all’Accademia di Belle Arti di Torino studiando pittura con Enrico Paulucci, Sergio Saroni, Mario Davico e tecniche dell’incisione con Mario Calandri e Francesco Franco. Ha insegnato discipline pittoriche nei licei artistici di Torino e di Cuneo e tecniche dell’incisione nell’Accademia di Belle Arti a Cuneo. Dalla metà degli anni ’70 si è dedicato in modo continuo all’espressione calcografica e pittorica, iniziando un percorso di analisi dei confini e dei contatti tra forma e colore, segno e gesto, scrittura e figura. Dal 1973 ha partecipato a numerose mostre personali e collettive in Italia e all’estero, incentrate in particolare sulla grafica, come la Biennale dell’Incisione Italiana di Cittadella e quella dell’Incisione Italiana Contemporanea di Campobasso, il Premio Biella, la Triennale Internazionale dell’Incisione di Glasgow e le Triennali Nazionali dell’Incisione di Milano e di Chieri. Molte anche le pubblicazioni di cartelle di grafica incisa e di libri d’arte. Vive e opera a Caraglio. Rinomato per la perizia dimostrata nel campo della tecnica incisoria, Gosso è artista metodico e riflessivo, ostinato e perseverante nell’indagine dell’espressione figurativa, che conduce con spirito di leggerezza e di sottile lirismo, oltrepassando i confini costituiti dai diversi mezzi tecnici utilizzati, quali la calcografia, la pittura, il disegno, la figura e la scrittura, per sondarne i possibili intrecci o le forme di interdipendenza reciproca. Tipiche della sua ultima produzione sono le pitture-incisioni eseguite su tavole di faesite, il cui bianco asettico di fondo è diventato, come ha precisato lo stesso artista, “ricettacolo  di colori e di segni incisi”, uno spazio, insomma, in cui è nata per caso “la banale e fortunata idea di intagliarle” e di poter quindi “scriverle e disegnarle all’infinito”. Gosso accompagna ora le opere con frammenti scritti di riflessione, un modo per segnare un percorso e forse per non stare stretti dentro una forma espressiva particolare sentendo il bisogno di integrarla uscendone fuori, ma anche il tentativo di aprire con le parole quei varchi dentro i quali le immagini a volte si vanno ad intrappolare.  Le parole dunque usate come veicoli paralleli alla figurazione.
Sull’opera donata Gosso scrive il 29 giugno 2013. Nell’incessante ritmo delle danze variopinte di una festa sempre più piena di sorprese mi sono trovato, ancora una volta,    a combinare figure e scritture che si cercano da tempo e ne è nato un piccolo, ludico coinvolgimento di parti. Il campo, a lungo indagato, si è lasciato percorrere bene e ne sono nate curiose linee che tutto mi hanno coinvolto. Ed ecco aprirsi la scena. Le mani incise sulla tavola chiedono aiuto, richiamano attenzione, coralmente si ergono a delineare un moto a raggiera. Sono migliaia di segni che si intrecciano come sciami di formiche, incuranti e indifferenti del loro apparire viaggiano per conto loro fino a che arriva il gesto liberatorio; crescono, arate in superfice, delle forme primitive che in qualche misura si riempiono di colore, come torrenti in piena. Nasce, non lontano, un richiamo al focolare, un serrato appello al pasto, allo stare insieme e si entra in territori dominati da emotive astrazioni verso linguaggi archetipi e tribali. Ma il gioco è sempre là, incarnato in una forma matrice per ora incisa e dipinta nel medesimo tempo. Si potrebbero perfino supporre ancora esiti di stampa però ci si accontenta di caricare del colore, di cercare solidali fratellanze cromatiche, di presentare il libero incastro delle differenti anime; quasi che questo incallito “peintre-graveur” , per nulla attratto dai modi e dalle mode, non curandosi più dei percorsi se ne vada in libertà, esca volentieri dagli schemi e li rompa sempre in attesa di possibili incontri-altri. In fondo che i solchi incisi uscissero dalle lastre per andare a ferire i supporti più diversi e che il pigmento pittorico finisse per riempire poi quelle ardite tracce, sempre più libere, era ormai scritto da tempo. Intanto la proverbiale lentezza che mi contraddistingue ne esce rafforzata e tutto sommato pare funzionare a meraviglia quel restare a lungo sull’orlo delle parole e delle figure, facendo ogni volta molta attenzione a non caderci dentro.

Principali mostre recenti:

2010: Firenze. Legni e parole: la rivista di xilografia Smens, Biblioteca Nazionale Centrale

2012: Bra. “Carte in tavola” Palazzo Mathis

2012: Milano. “Alle radici della democrazia. Testimonianze d’arte.” Regione Piemonte, Torino – Xilografia (la rivista Smens), Biblioteca Nazionale Braidense

2013-  Rovereto. Xilografia (la rivista Smens), Biblioteca Ferrarotti

Opere

La casa dei giochi
Incisone pittura su tavola / 70 x 70 cm / 2013

Madonna
Incisone pittura su tavola / 50 x 50 cm / 2013

Pesce d’aprile
Incisone pittura su tavola / 30 x 40 cm / 2013

Ortensie e scritture
Incisone pittura su tavola / 78 x 58 cm / 2012

La Venezia di Tom
Acrilico su tavola / 50 x 50 cm / 2011

La Cina Lontana
Acrilico ed olio su tavola e lamiera /100 x 100 cm / 2011

Nel gioco dell’accoglienza
Incisione e pittura su tavola
100 x 100 cm
2013