
13-07-2025 | 14-09-2025
“MOURRE”- Ritratti e Autoritratti
“MOURRE”- Ritratti e Autoritratti
Coumboscuro Centre Prouvençal, Frazione Santa Lucia, Monterosso Grana

L’evento fa parte della rassegna “OMG – grandArte 2025-2026 – I confini del Sacro”
Con il sostegno di Fondazione Crc
In collaborazione con Coumboscuro Centre Prouvençal e Mudri
La mostra sarà visitabile dal 13 luglio al 14 settembre 2025
Frazione S. Lucia, Monterosso Grana, 12020 (CN)
La mostra sarà visitabile su prenotazione dalle ore 15,30 alle ore 19,00
con ingresso libero
Info e prenotazioni: info@coumboscuro.org – 0171.98707 e 328.6039251
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La rassegna “OMG – grandArte 2025-2026 – I confini del Sacro” ha il sostegno di Fondazione Crc.
La mostra è stata organizzata in collaborazione con Coumboscuro Centre Prouvençal e Mudri.
La mostra “MOURRE” – RITRATTI E AUTORITRATTI si presenta al pubblico come il quinto evento organizzato da grandArte nell’ambito della rassegna “OMG – grandArte 2025-2026 – I confini del sacro” che proporrà una serie rappresentativa di altre esposizioni d’arte in numerose località dell’intera provincia nel corso degli anni 2025-2026. Dopo la precedente edizione di HELP, Humanity, Ecology, Liberty, Politics, tenutasi nel 2022, si è voluto concentrare l’attenzione su temi e considerazioni più specificamente rivolti all’ambito della spiritualità, intesa nel senso più ampio del termine, nonostante i tempi odierni dominati dalla secolarizzazione e da una conseguente e diffusa indifferenza verso le questioni che investono il mondo dell’interiorità, del rapporto con il divino e più in generale di tutto ciò che costituisce la dimensione del trascendente. “Vediamo di restare in ascolto sempre, fino all’ultimo”, scrive Sergio Givone quasi alla fine del suo saggio intitolato La ragionevole speranza. Come i filosofi hanno pensato l’aldilà (Solferino, 2025). Ed è quanto si cercherà di attuare con la nuova serie di mostre di grandArte 2025-2026: dare voce agli artisti che parteciperanno con le loro meditazioni in forma di immagini elaborate attraverso le più diverse tecniche espressive (dalla pittura alla fotografia e dalla scultura alle installazioni oggettuali).
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“Mourre”, ovvero “volti”. Sono quelli di Bernard Damiano, che torna con la sua pittura nella valle di Coumboscuro. E ritorna con una straordinaria ed esemplificativa serie di suoi dipinti incentrati sia sulla cerchia vivace e affettiva delle sue relazioni personali, in cui si incontrano i soggetti umani a lui più cari e quelli conosciuti o soltanto incrociati sporadicamente nell’arco della sua vita, traendone una sorta di galleria di ritratti vivaci e compositi, in alcuni casi anche con una certa vena caricaturale, sia soprattutto sull’indagine svolta intorno all’immagine di sé, cioè stabilendo un dialogo con il proprio volto raffigurato perlopiù frontalmente, via via sempre più dilatato e dominante rispetto allo sfondo, prevalentemente a capo scoperto o con cappello a tesa larga, a cui alterna anche opere in cui si rappresenta a mezzo busto, insieme a una modella o ancora in compagnia del suo amatissimo gatto a tre zampe.
Da un lato, Damiano è attratto sia dagli enigmi esistenziali di personaggi solitari, curiosi e intriganti, sia dai tratti somatici di persone amiche e familiari, le cui peculiarità fisionomiche e fisiognomiche essenziali sono poi trasferite su tavola e su tela, per mezzo di pennellate ora più sciolte e briose, ora più corpose e increspate di materia coloristica. Dall’altro, Bernard esplora instancabilmente i piani anatomici del proprio aspetto facciale, solidificando nella materia vitalistica dei colori l’apparire di quel viso austero e senza tempo di uomo originario delle terre alte di Coumboscuro, incorniciato da vistose basette bianche e contrassegnato da occhi cerulei fanciulleschi, mansueti e indagatori, che si addicono ad un trasognato viandante della pittura del secondo Novecento a cavallo tra Italia e Francia, circondato da un’aura d’antan tipica dell’artista bohémien o altrimenti riconosciuto da Martina Corgnati nel 1995 come “uno degli interpreti più convincenti e tenaci del dandysmo contemporaneo”.
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Bernard Damiano, nato a Saretto di Monterosso Grana nel 1926 e morto a Nizza il 23 giugno del 2000, da giovanissimo si accosta al disegno e alla scultura in legno, appassionandosi alla letteratura e all’arte. Dal 1946 entra in contatto con l’ambiente artistico torinese e segue le lezioni di pittura di Giulio Boetto. In seguito apre un atelier a Nizza, esordendo con una mostra personale nel 1958. A Parigi frequenta Karel Appel e si confronta con la pittura informale del gruppo Cobra. Diventato cittadino francese, svolge la sua attività tra Francia e Italia. A Milano conosce il critico Giovanni Testori con il quale si crea un intenso sodalizio culminato in mostre a Milano, Perugia e Parigi. A Sancto Lucio di Coumboscuro collabora con il poeta Sergio Arneodo, realizzando per la Chiesa locale numerose opere pittoriche e scultoree.


