Berruti Valerio

Opere

Ogignen. C’è troppa luce per non credere nella luce // 2011 // 13 arazzi 300x100 cm e videoanimazione

Udaka // 2011 // Cemento armato e sabbia, dimensioni variabili.

Kizuna // 2011 // Videoanimazione (musica di Ryuichi Sakamoto)

Fino a toccare il cielo // 2015 // Fusione in alluminio // 275x50x60 cm

Berruti Valerio

Alba, 1977. Vive e lavora a Verduno (Cn)

Laureato in critica d’arte al D.A.M.S. di Torino, vive e lavora a Verduno (Cn) in una chiesa sconsacrata del XVII secolo che ha acquistato e restaurato nel 1995.

Juta, cemento, affresco e pixel. Il mondo di Valerio Berruti è poetico quanto eclettico. Il suo lavoro è lontano anni luce dall’autocelebrazione perché, al contrario, ama fondersi con espressioni artistiche diverse, che si tratti di musica, di letteratura o perfino di cucina. Collaborazione è la parola che più ama utilizzare quando racconta dei suoi bambini – che poi bambini non sono, ma protagonisti di un tempo in cui tutto può ancora avvenire – animati dalle musiche create da compositori o sound designer.

“E’ molto importante per me scegliere una colonna sonora per le mie video animazioni – spiega Berruti – e ho avuto la fortuna di ricevere musiche scritte da autori che stimo profondamente. Penso a Francis Lai– premio Oscar per la colonna sonora del film Love Story – che ha composto per me il meraviglioso tema della videoanimazione E più non dimandare. Tre anni più tardi, mentre lavoravo a La figlia di Isacco per la Biennale di Venezia, non smettevo di ascoltare Paolo Conte. E’ stato spontaneo, quindi, chiedergli di collaborare ad un’installazione che, a mio avviso, è stata fortemente influenzata dalla sua musica nel momento esatto in cui la stavo creando. La stessa cosa è avvenuta con Ryuichi Sakamoto mentre creavo Kizuna. Senza la sua musica l’opera non sarebbe stata completa, avrebbe avuto un’anima immobile”.

Collaborazione quella tra il maestro Sakamoto e Berruti che prosegue oltre il tempo della sua personale al Pola Museum di Tokyo. L’ultimo giorno in cui la mostra era visitabile il Giappone è stato travolto dal tremendo terremoto, seguito dallo spaventoso tzunami, del 2011. Sakamoto ha pensato potesse essere interessante allargare il combo animazione-musica ad altri artisti. E così, partendo dal video originale, altri musicisti – tra cui Alva Noto – hanno incollato una colonna sonora al video di Berruti mentre altri artisti hanno creato un video sulla musica originale di Sakamoto. I vari video Kizuna rivisti e trasformati sono stati resi disponibili su iTunes e il ricavato dall’acquisto è servito per finanziare la Croce Rossa in soccorso ad un Giappone devastato dalla calamità.

Berruti, da sempre, sostiene di voler portare l’arte in altri territori. “Quante persone visitano i musei? Quante frequentano le gallerie? E quante conoscono l’arte contemporanea?” Si domanda, lasciando sottintendere che l’arte si sia allontanata dalla gente comune. “E’ necessario fare in modo che le persone abbiano più stimoli ad interessarsene, guardo con ammirazione le iniziative personali e private. Penso ad Illy Caffè che con le sue tazzine d’autore ha fatto conoscere Anish Kapoor e Kiki Smith anche al più refrattario dei clienti di un bar”. Perché l’arte secondo Berruti è così, ti deve venire a cercare, bussando delicatamente alla tua porta o esplodendoti innanzi, poco importa. Era dello stesso avviso Lucio Dalla, grandissimo conoscitore e collezionista d’arte contemporanea, che ha voluto I can fly sulla copertina del suo ultimo album di inediti Angoli nel cielo. Arte abbinata ad un CD oppure ad un libro, come avvenuto con Andrea Bajani e il suo La vita non è in ordine alfabetico edito da Einaudi. E dalla musica alla letteratura Berruti si lega al cinema con la realizzazione della copertina di Langhe Doc – Storie di eretici nell’Italia dei capannoni: un film documentario del regista Paolo Casalis. L’amore per il suo territorio si è fatto ancora una volta segno legandosi a Verduno, il paese in cui l’artista nel 1995 ha acquistato e restaurato una chiesa sconsacrata del XVII secolo che da allora è il suo studio e il suo atelier. Berruti ha donato la sua immagine per una guida e per gli elementi segnaletici del centro storico del piccolo comune di Langa. Le Langhe sono il palcoscenico di Collisioni festival di musica e letteratura che ogni anno accoglie autori e artisti internazionali, da Bob Dylan a Patti Smith a Jamiroquai passando per Paul Auster, Salman Rushdie e Vida Naipaul. Il volto della rassegna è quello dei “bambini” di Berruti, ogni anno dal 2010 un’immagine creata appositamente dall’artista ne identifica il tema. Più immediato, ma di certo non scontato, è il legame tra arte e design. La contaminazione tra il mondo seriale dell’industria d’arredamento e l’estro creativo avviene con il marchio Gufram che presenta l’edizione limitata Summertime al Salone del Mobile 2013 di Milano. Un divano dalla seduta ampia e profonda che invita al relax e riporta il segno, i codici e le marcature della pittura di Valerio Berruti.

Un momento significativo nell’ambito delle collaborazioni di Berruti è avvenuta con la personale La rivoluzione terrestre, a cura di Andrea Viliani. Nella meravigliosa chiesa medievale di San Domenico ad Alba, l’artista ha presentato una grande installazione site-specific che ricordava una grande giostra. Lo spettatore era chiamato a mettersi letteralmente al centro dell’opera per scoprire il girotondo di bambini all’interno e per ascoltare la composizione musicale che il cantautore Alessandro Mannarino ha scritto appositamente per la mostra. Ma “la rivoluzione” di Berruti non si è fermata e ha coinvolto l’amico e tristellato chef Enrico Crippa, del ristorante Piazza Duomo di Alba, che ha inserito all’interno del suo menù un piatto creato per reinterpretare il concetto di rivoluzione terrestre. Una scelta che sottolinea la volontà di proseguire lungo un percorso che abbandoni la distinzione tra le arti e che ha permesso ai visitatori più esigenti di completare in cucina il percorso multisensoriale iniziato con la visita alla mostra. L’affinità che si è creata tra Crippa e Berruti li ha portati a Parigi al festival gastronomico Paris des chefs manifestazione nella quale ogni cuoco invitato partecipa assieme a un esponente dell’arte e della cultura scelto per affinità.

Arte e musica, arte e design, arte e letteratura, arte e cucina e chissà quali ambiti ancora conoscerà. L’arte secondo Berruti è un’azione sinergica che esplora, indaga, si lega ad altre forme e sfonda le barriere convenzionali. Solo così può uscire dai musei ed arrivare dappertutto, solo così si completa, soltanto così può essere libera. (Vittoria Cortese)

Opere

Ogignen. C’è troppa luce per non credere nella luce // 2011 // 13 arazzi 300x100 cm e videoanimazione

Udaka // 2011 // Cemento armato e sabbia, dimensioni variabili.

Kizuna // 2011 // Videoanimazione (musica di Ryuichi Sakamoto)

Fino a toccare il cielo // 2015 // Fusione in alluminio // 275x50x60 cm